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Chi Siamo


Costituitasi nel lontano 1982, con regolare Statuto registrato con atto notarile, grazie alla volontà di un gruppo di amici di valorizzare
il proprio paese di Forlì del Sannio in provincia di Isernia, si è da subito
iscritta all' UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) dai quali ha
ricevuto molta collaborazione ed
aiuto nella gestione di questa
“Piccola Società“. Sin dai primi passi,

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Un pò di storia...


Forlì del Sannio sorge in un fondovalle coronato da monti da sud ovest a nord est, lungo la strada che ci conduce in Abruzzo. L’altra via d’accesso s’inerpica sul fianco di una collina, tra boschi di querce e faggi, offrendo una vista panoramica sulle montagne circostanti e un colpo d’occhio sul suggestivo costone sul quale sorge il comune di Roccasicura. La continuità delle aree boschive e le notevoli variazioni altimetriche creano un’atmosfera vagamente selvaggia, addolcita dal torrente Vandrella che attraversa la piccola valle richiamando un’immagine tipica dell’iconografia campestre. 
Il nome “Forli” deriva da Forum, luogo di parlamento pubblico o di mercato, poi trasformato in Forulum Julii (i fori dell’età cesariana), “Foruli” e “Foroli”, fino all’attuale nome risalente al 1863, quando il comune fu autorizzato a chiamarsi Forlì del Sannio per distinguersi da Forlì capoluogo emiliano. Di origine molto antica, come risulta da una lapide romana rinvenuta in una sua contrada, pare che i primi insediamenti umani nella zona fossero di molto anteriori all’anno mille. Fece parte della contea dei Sanniti Caraceni, uno dei tre popoli feudatari in cui erano divisi i Sanniti. Per tutto il periodo longobardo Forlì appartenne alla contea di Isernia e successivamente, in epoca normanna, fu annesso all’importante badía benedettina di S.Vincenzo al Volturno. Nel 1395 divenne feudo di una potente e nobile famiglia napoletana che lo governò per circa mezzo secolo, i Carafa: dopo la costruzione del palazzo ducale, avvenuta nel 1618 per opera di Muzio Carafa, il feudo visse il suo periodo più prospero. Nella stagione dei raccolti, grossi carri trainati da cavalli facevano da spola dalla “Vigna del Duca” (rimasto come toponimo) al magazzino per depositi di prodotti agricoli (attuale farmacia al centro della piazza): i cavalli, una volta saziati, venivano lasciati nelle stalle che si trovavano alla destra e alla sinistra dal magazzino e che delimitavano, in un disegno cirolare, un foro, oggi la piazza principale del paese. Una via sulla destra del magazzino-farmacia conduceva attraverso la porta principale (attuale “Collaporta”) al nucleo abitativo del feudo dove il maestoso edificio dell’armeria o gendarmeria del Duca (sembra che nel feudo di producessero armi) si ergeva a difesa del feudo e del Palazzo ducale con il quale comunicava tramite cunicoli sotterranei. L’edificio ha poi conservato a lungo la sua funzione, essendo stato fino ad alcuni decenni fa sede della caserma dei Carabinieri. 
Nel 1807 Forlì fu aggregato al distretto di Sulmona, governo di Castel di Sangro (divenne una sorta di appendice avanzata dell’Abruzzo Ultra confinante col vecchio Contado di Molise), per tornare poi nel 1811 alla provincia di Molise, nel distretto di Isernia. Divenne capoluogo di circondario nel 1816, comprendendo i comuni di Acquaviva d'Isernia, Montenero Val Cocchiara, Rionero Sannitico e Roccasicura: centro di una certa importanza, dunque, come testimoniavano la presenza di 6 chiese e l’istituzione, nel 1841, della Congregazione di Carità e del Monte Frumentario. Lo studio planimetrico del centro abitato di Forlì evidenzia la presenza di più nuclei urbani antichi di origine medievale, probabilmente coevi tra loro, successivamente unificatisi in un solo centro urbano. Dalla piazza Regina Margherita, delimitati dalle strade Ulrico Tonti e Carlo Di Tullio e da via Regina Elena e corso Vittorio Emanuele, partono due piccoli borghi: il primo, sorto intorno alla chiesa di San Biagio, si innesta a cuneo sulla piazza; l’altro, con sviluppo ovoidale, si collega alla via Mario Milano che conduce alle nuove espansioni del paese. Tangente alla piazza, il borgo sorto intorno al palazzo ducale, con sviluppo ad avvolgimento totale, a ridosso di un ripido pendio, delimitato entro i margini definiti dal colle. 
Di un certo rilievo l’attività edilizia per il numero di imprese presenti nel comune. Si tratta per lo più di imprese artigiane individuali che si occupano di ristrutturazione (lavorazione di ferro - anche ferro battuto e di alluminio per infissi e coperture), ma ve n’è qualcuna che esegue anche lavori edili stradali e nuove costruzioni civili e industriali, anche fuori regione. Di dimensioni sempre più modeste il settore agricolo: in prevalenza cereali ed una limitata produzione di formaggio e ricotta di capra; la vite e le colture legnose specializzate, un tempo diffuse, oggi soddisfano soltanto il fabbisogno familiare. L’olio, pur se prodotto in modeste quantità, ha caratteristiche organolettiche tali da aver consentito al paese di entrare a far parte della “Associazione Nazionale Città dell’Olio” (120 città di tutte le regioni italiane) e del circuito fieristico che annualmente organizza feste dell’olio itineranti con degustazioni in piazza e corsi di degustazione per consumatori. In via di sviluppo il commercio dei prodotti del sottobosco: tartufo nero e bianco ed una notevole varietà di funghi (prataioli, chiodini, famigliole, ditole e anche porcini). Il patrimonio boschivo rappresenta la maggiore risorsa turistica del paese, tutelato da leggi forestali che ne vincolano lo sfruttamento sin dall’epoca dei Borboni, quando Forlì riforniva il Regno di legno di quercia.

   

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