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Giovan Vincenzo D'Onofrio il "Forlì"
Forlì Giovan Vincenzo, al secolo Giovan Vincenzo d'Onofrio, detto il “Forli”, poiché nativo di Forli del Sannio, pittore di chiara fama nel suo tempo, è vissuto probabilmente tra il 1570 ed il 1650. Lavorò prevalentemente a Napoli dal 1592 al 1639 dove fu autore di numerose tele pittoriche in altrettante Chiese. Eletto Console dell’Arte dei Pittori nella Napoli di fine ‘500 è uno dei massimi esponenti del manierismo.
A capo di una bottega particolarmente attiva nell'esecuzione di pale d'altare, venne incontro per lo più alle esigenze devozionali del ceto borghese cittadino e delle innumerevoli parrocchie e confraternite di provincia con una produzione caratterizzata da un eclettismo accomodante e privo di slanci creativi.
Tra il 1592 e il 1594 strinse importanti rapporti di lavoro con i governatori della Casa Santa dell'Annunziata, uno degli enti assistenziali più potenti della città, impegnandosi a realizzare alcune tele, oggi perdute, destinate ad integrare le decorazioni dell'altare maggiore e del soffitto cassettonato della chiesa annessa a tale istituto.
In quest'ultima impresa, compiuta nel 1594, il F. ebbe l'incarico di dipingere "Angeli con i simboli delle litanie mariane" accanto ad A. Mytens, J. Snyers, G.A. D'Amato, Curzio di Giorgio, Giulio dell'Oca e sotto la sorveglianza diretta di F. Santafede, a sua volta impegnato nella realizzazione di uno dei "quadri grandi" insieme con W. Cobergher, G. Imparato, G.B. Cavagna.
Tale circostanza, che vide il F. lavorare a stretto contatto con i pittori più affermati a Napoli in quel momento, contribuisce a chiarire gli orientamenti stilistici delle sue prime opere nelle quali sembrano condensarsi le principali tendenze della pittura napoletana degli anni Novanta.
A capo di una bottega particolarmente attiva nell'esecuzione di pale d'altare, venne incontro per lo più alle esigenze devozionali del ceto borghese cittadino e delle innumerevoli parrocchie e confraternite di provincia con una produzione caratterizzata da un eclettismo accomodante e privo di slanci creativi.
Tra il 1592 e il 1594 strinse importanti rapporti di lavoro con i governatori della Casa Santa dell'Annunziata, uno degli enti assistenziali più potenti della città, impegnandosi a realizzare alcune tele, oggi perdute, destinate ad integrare le decorazioni dell'altare maggiore e del soffitto cassettonato della chiesa annessa a tale istituto.
In quest'ultima impresa, compiuta nel 1594, il F. ebbe l'incarico di dipingere "Angeli con i simboli delle litanie mariane" accanto ad A. Mytens, J. Snyers, G.A. D'Amato, Curzio di Giorgio, Giulio dell'Oca e sotto la sorveglianza diretta di F. Santafede, a sua volta impegnato nella realizzazione di uno dei "quadri grandi" insieme con W. Cobergher, G. Imparato, G.B. Cavagna.
Tale circostanza, che vide il F. lavorare a stretto contatto con i pittori più affermati a Napoli in quel momento, contribuisce a chiarire gli orientamenti stilistici delle sue prime opere nelle quali sembrano condensarsi le principali tendenze della pittura napoletana degli anni Novanta.
Tra le maggiori opere ricordiamo e citiamo quelle di Napoli:
- Duomo, navata mediana "L' Annunciazione"
- Chiesa del Pio Monte della Misericordia, III Cappella a destra, una tela datata 1608, "La Parabola del Samaritano con la Vergine"
- Chiesa di San Giovanni a Carbonara, una tela, sull'altare, "Sant'Orsola e le compagne"
- Chiesa di Santa Maria alla Sanità, sull'altare, "Circoncisione"
- Alla Pietà del Turchini, una "Annunciazione"
- Nella Croce di Lucca (Chiesa dedicata al Crocifisso venerato nel Duomo di Lucca), un dipinto su tela, "Madonna del Carmine con i Santi" solo recentemente attribuita al Forlì e databile inizi 1600, mentre è sua la tavola "Annunciazione" datata 1600
- Ancora nel Duomo, orna insieme ad altri pittori tardo manieristi locali, la soffitta a cassettoni di tele con "Storie cristologiche".